di Massimo De Matteo e Sergio Di Paola
regia Peppe Miale
con Massimo De Matteo, Elena Cepollaro, Giuseppe Cantore, Sergio Di Paola, Bruno Tramice, Viola Verticilo
sonorizzazioni Luca Urciuolo
costumi Alessandra Gaudioso
scene Luigi Ferrigno
foto di scena Pino Miraglia
produzione Ente Teatro Cronaca
in collaborazione con Théâtre de Poche
anno di produzione 2008
Nel 1971 Jerry Lewis diviene un autore cinematografico di qualità. I suoi film non sbancano più i botteghini ma, in compenso, i cineasti della Nouvelle Vague ed i critici delle migliori riviste europee hanno scoperto un geniale innovatore del genere comico. In questa nuova chiave di lettura viene accolto il suo ultimo film “Scusi, dov’è il fronte?”, dove Jerry interpreta, fra gli altri, Adolf Hitler.
È in quell’anno che viene a conoscenza di un soggetto che racconta la storia di un clown tedesco, Helmut Doork. Jerry congeda immediatamente qualunque progetto alternativo e di adopera per la realizzazione di “The day the clown cried”. Impone a tutti i propri collaboratori di mantenere il segreto sul soggetto, lavora al casting, alla revisione della sceneggiatura, alle location, si sottopone ad una dieta rigidissima, per rendere
credibile il personaggio. La lavorazione del film termina nel settembre del 1972. Il film non sarà mai distribuito. Contemporaneamente comincia la repentina eclissi, fisica ed economica ed artistica di Jerry Lewis. Perché?
Noi proveremo a raccontare questa vicenda maledetta, misteriosa, commovente. Avremo un attore che, interpretando Jerry Lewis, racconta di un animo intriso di malinconia, dubbi, silenzi, segreti, confluendo nel ricordo di ciò che ha conosciuto di Helmut Doork, clown tedesco che nei campi di concentramento nazisti attendeva ad un terribile compito. La nostra narrazione si snoda tra il racconto in prima persona di Jerry e ripetuti flashback sugli orrori dei campi di concentramento con la nostra lente di ingrandimento puntata su una vicenda unica. Una storia vera? Comunque una storia misconosciuta. Perché? Un Film mai uscito nelle sale. Perché? Forse la risposta è nella scena finale del film di J. Lewis in cui il clown stavolta non attende soltanto al proprio compito ma va OLTRE…
È vero tutto ciò? Non è vero? Non proveremo a rispondere a tutti questi perchè. Non possiamo, anzi non vogliamo farlo, sicuri che la metafora possa essere più cruda e terribile di qualunque verità. Proveremo piuttosto a scandagliare l’animo dilaniato che ha sotteso tutto l’operato del regista Jerry Lewis. Quello stesso animo dilaniato che, figlio dello stupore, ha accompagnato noi in questa avventura, dalla scoperta di questa storia fino all’idea di questo spettacolo.