di Antonio Fiore

con Tonino Taiuti

regia di Tonino Taiuti

riproduzione di un dipinto del 1963 del Maestro Armando De Stefano

produzione Ente Teatro Cronaca

anno di produzione 2002

Dodici anni dopo al sua prima materializzzione torna in scena Zero, ora in versione Zero Live, teatro più che mai elastico. Zero, in arte Suricillo, ammazzatopi in un cinema di periferia in una megalopoli del Terzo Mondo che potrebbe essere Napoli: one-man show per voce e musica, esercizio sul filo (elastico) di un teatro che non rinuncia mai a mettersi in discussione.

Zero odia la nostalgia museificata: dunque questa versione a cui state per assistere ha perso lungo il cammino (ed è stato davvero un lungo cammino quello che ci portò fino ai teatri del lontano Egitto) alcuni pezzi vecchi, ne ha trovati di nuovi, ne ha stravolto le sequenze interne, ha aggiunto e tolto musiche, restando alla fine fedele a sé più di prima. Del resto ogni rappresentazione di Zero è sempre l’unica; la prima e l’ultima.

Be-bop, improvvisazione, rito sciamanico, conciliazione degli opposti: il teatro elastico si tende fin quasi a spezzarsi, e se torna indietro non ha mai la forma che aveva prima.
Il teatro è energia più alchimia.
Ogni spettacolo è un nuovo esperimento
Ogni replica di Zero è impossibile.

Fiore & Taiuti

A Tonino Taiuti piacciono i percorsi imperfetti del teatro dalla rapida invenzione; è un attore che traccia linee oblique, procede per sussulti, predilige la performance solitaria e ritorna volentieri sui suoi passi. Eccolo ora Zero, il racconto bislacco creato per lui dodici anni or sono da Antonio Fiore che è diventato ora Zero live. Zero, detto “Suricillo”, piccolo folletto, per mestiere acchiappatopi, digiunatore forzato, fachiro senza futuro, illusionista della parola, ballerino di tango, cantante di giacca. Tutto questo e molto altro. Intona la popolare Russulella, indugia nel “Tango dello sfilatore”, non riposa e non sogna per la sua prova d’ attore. Non più inconsueta ma familiare nella sintassi e nell’ architettura e nelle evocazioni-invenzioni. Chi ne ha seguito i percorsi ritroverà vecchi pezzi rimontati ad arte e nuove incursioni in quell’ universo fantastico che galoppa verso territori surreali, tra improvvise malinconie, incontri crudeli e impertinenti panorami. (estratto da qui)