A volte ritornano!

un progetto Teatro Sannazaro e Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
direzione artistica Giulio Baffi

24 marzo > 6 maggio 2018 Teatro Sannazaro, Napoli

Una proposta per una stagione che insegue anche qualcosa delle precedenti. Quella di “A volte ritornano!” è la proposta di Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro che, insieme con il Teatro Sannazaro, vuole lavorare a “prolungare la vita” di alcuni spettacoli di successo programmati per breve tempo nei teatri napoletani. Il progetto, curato da Giulio Baffi, presenta quest’anno quattro titoli già andati in scena: “Eternapoli” di Giuseppe Montesano con Enrico Ianniello, “Ombretta Calco” con Milvia Marigliano diretta da Peppino Mazzotta, “L’amore per le cose assenti” e Spoglia-Toy di Luciano Melchionna. Quattro titoli che “ritornano” sul palcoscenico del Teatro Sannazaro per un nuovo incontro con gli spettatori e rinnovarne il successo.

«Il nostro titolo sembra uno scherzo, ma penso piuttosto che sia l’espressione e la risposta al desiderio di tanti spettatori, ed anche mio. Quante volte, infatti, ci capita di voler rivedere uno spettacolo, o di consigliarlo ad un amico accorgendoci di non essere più in tempo perché la programmazione è stata troppo breve? E quante volte avremmo voluto vedere uno spettacolo di cui abbiamo sentito parlare molto e che avevamo perso? “A volte ritornano!” è un appuntamento pensato per farci ritrovare uno spettacolo speciale, un testo giudicato interessante, una regia che ci ha stupito, un attore e/o un’attrice la cui interpretazione non dimenticheremo. Naturalmente l’elenco potrebbe essere ben più lungo, quello di questa prima edizione di “A volte ritornano!” si ferma a quattro titoli, quattro spettacoli che certamente rivedrò con grande piacere. Ma il nostro “gioco” è appena all’inizio, e vorrei che fosse anche un doppio invito a cui partecipare e rispondere in molti: agli spettatori, affinché ci segnalino gli spettacoli “persi” o “da rivedere” e alle compagnie produttrici che possano sentirsi invogliate a riprendere qualcuno dei titoli su cui è possibile puntare più a lungo, andando così verso la formazione di un “repertorio” che può solo fare bene al teatro italiano.»

Giulio Baffi

COMUNICATO CAMBIO SPETTACOLO

A causa di problemi tecnici è annullato lo spettacolo “Spoglia-toy” di Luciano Melchionna, in programma dal 4 al 6 maggio al Teatro Sannazaro per la rassegna “A volte ritornano!” diretta da Giulio Baffi. Ci scusiamo per l’inconveniente e ci auguriamo di poterlo presentare nella prossima edizione.
Visto il successo avuto nelle repliche del Ridotto del Mercadante dove ha registrato una serie di “tutto esaurito”, ritorna in scena, come quarto spettacolo della rassegna, “Teresa Sorrentino” di Elvio Porta, con protagonista Lalla Esposito e la regia di Armando Pugliese. Sarà questa l’occasione per i tanti spettatori che non sono riusciti ad assistere alle repliche delle scorse settimane, per applaudire l’interpretazione che l’attrice napoletana ha dato dello struggente, divertente e drammatico personaggio creato dalla fantasia dell’autore napoletano recentemente scomparso.
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro e il Teatro Sannazaro ringraziano i tanti spettatori che hanno seguito ed applaudito gli spettacoli della rassegna e danno loro appuntamento alla prossima stagione con le nuove proposte di “A volte ritornano!”.

Tutti coloro che sono in possesso del biglietto per Spoglia-toy potranno chiedere il rimborso recandosi al botteghino del Teatro Sannazaro, aperto tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00, e potranno assistere gratuitamente allo spettacolo Teresa Sorrentino in una data a scelta.


ufficio stampa Silvia Signorelli
signorellisilvia@libero.it
Mob. +39 338 9918303
www.comunicazioneeservizi.com

Gli spettacoli

24/25 marzo
Eternapoli

di Giuseppe Montesano e Enrico Ianniello
dal romanzo Di questa vita menzognera di Giuseppe Montesano
produzione Teatri Uniti

orari: sabato ore 21.00, domenica ore 18.00

“Si deve creare un mito, il mito dei Negromonte ! La gente se ne fotte, della democrazia. La libertà vuol dire sforzo, e la gente non si vuole sforzare!”

In una comica moltiplicazione di voci e personaggi, lungo un interminabile pranzo di Pasqua e Natale colmo di capretti sanguinanti, Bimbe-Salomé, vongole, purpetiélli, ostriche, Edgar Allan Poe, prosciutti del Matese e minestra maritata, Turismo Totale e Bhāgāvādgitā, le sinfonie di Mahler e l’elettronica di Deadmau5, Roberto – il giovane segretario/discepolo del dandy Cardano – ci conduce nella villa settecentesca dei Negromonte, imprenditori napoletani senza scrupoli,saldamente solidali al potere politico, pronti a realizzare il loro progetto: trasformare Napoli, tutta Napoli, in Eternapoli.

Eternapoli è una città/parco tematico, dove la vita recitata sostituisce definitivamente la vita reale. Un’utopia ferdinandea inacidita, una Negromontopoli che prende corpo al grido di “liberté, egalité, io rubo a te e tu rubi a me! E vualà e vualà, càvece ‘nculo ‘a libertà!” diffuso dagli amplificatori nel crescendo di una nuova, terribile e untuosa controrivoluzione lazzaresca, con temibili squadre di picchiatori che corrono nei vicoli vestiti da Pulcinella, mentre la musica da discoteca ingoia tutto in una delirante sarabanda del potere. Bisognerà correre dietro a un archeologo ribelle travestiti da Mandrake e Gentiluomo di Raffaello per tornare finalmente verso il mare, per riprendere a respirare, per rivedere un pezzetto di cielo azzurro libero dalle gru e dalle macerie. Ma di fronte “alle più scellerate celebrazioni del Privilegio, e al vilipendio costante del Bello”, esisterà davvero una via di fuga e di salvezza?

Ho deciso di affrontare questa traversata in solitaria, accompagnato unicamente dalle possibilità offerte da un microfono e uno schermo di luce, perché questo romanzo straordinario è un patinato delirio di modernità, è il racconto di un pazzo nella cui testa urlano, si amano, riflettono, si suicidano, predicano, muoiono o dominano questi personaggi.

Un delirio patinato molto, molto simile alla realtà che viviamo.

Enrico Ianniello

6/7 aprile
Ombretta calco

di Sergio Pierattini
con Milvia Marigliano
regia Peppino Mazzotta
scene Roberto Crea
costumi Rita Zangari
disegno luci Paolo Carbone
organizzazione e distribuzione Officine Vonnegut
una produzione Rossosimona

orari: venerdì e sabato ore 21.00

Chi è Ombretta Calco? Perché si è seduta su una panchina in una giornata torrida di luglio, a pochi passi dal portone di casa sua? Perché deve ripercorrere gli eventi sensibili della sua vita scavando ossessivamente nei ricordi? E perché deve ingaggiare, sotto il sole cocente, un duello con se stessa come se fosse una resa dei conti? Ombretta sta facendo un viaggio. Il viaggio più importante della sua vita. Un viaggio fuori dai vincoli imposti dal tempo e dallo spazio. Mentre procede senza soluzione di continuità, nel passare in rassegna i momenti più significativi della sua esistenza, ne comprende il senso. Riemergono dalla sua anima dettagli, accenti, colori, che riempiono i vuoti e danno nuova luce al quadro complessivo di una vita vissuta con sincera ingenuità, senza risparmi. Fallimenti, dolori, frustrazioni, debolezze, illusioni, tenerezze, slanci incoscienti verso un futuro che sarà sicuramente migliore, desideri legittimi di una vita normale, inclusa in affetti confortanti e routines rassicuranti.
Alla fine del viaggio, come premio per questa ricostruzione meticolosa, buffa e straziante, c’è la risposta o la felicità. Una felicità non eclatante. Una felicità tragica, semplice, minima, discreta e necessaria.

Peppino Mazzotta

L’estate scorsa passai parte del mese di Luglio a Milano. Un giorno mi trovai a passare per Piazza Maciachini diretto a casa di una amica che abita lì vicino. Erano passate da poco le tredici, e la giornata era torrida. Notai una donna seduta, immobile sopra una panchina. Quando fui a pochi metri da lei rimasi colpito dal colorito pallido del suo viso e dalla posizione del capo, immobile e leggermente reclinato all’indietro. Pensai che stesse dormendo ma avvicinandomi alla panchina notai che aveva gli occhi aperti e che respirava faticosamente. “Si sente bene signora?” le chiesi. Lei voltò lo sguardo verso di me e rispose sorridendo: “Sì, grazie, sto bene, solo un po’ di caldo”. Mi sentii di aggiungere: “Abita qui vicino? Posso accompagnarla se ha bisogno”. “Mi passa… è solo il caldo. Mi è già passato, non si preoccupi”. La salutai e proseguii la mia strada. Un’ora dopo ripassando per la piazza, notai un’ambulanza nei pressi della panchina dove poco prima avevo visto la donna. Mi avvicinai. In quel momento l’ambulanza ripartì a sirene spente. Chiesi a un passante cosa fosse successo. Mi rispose che una donna era stata trovata morta sopra una panchina.
Il ricordo di quell’incontro, il senso di colpa di non aver fatto qualcosa che avrebbe potuto salvare la vita a quella donna, resero amari i giorni seguenti. Tornai a Roma ma ci volle molto tempo per dimenticare quell’episodio.
Quest’anno, a maggio sono tornato a Milano. Una sera accetto l’invito a cena dell’amica che abita vicino a Piazza Maciachini. Manca poco alle otto. Ripasso da quella piazza. Seduta su quella stessa panchina vedo una donna. Mi avvicino: è immobile e il capo è
leggermente reclinato all’indietro. È lei. La saluto, sorpreso. Lei alza la testa, mi sorride, ricambia il saluto.
Il giorno dopo ho cominciato a scrivere Ombretta Calco.

Sergio Pierattini

La stampa

«Pierattini è bravo a descrivere con poco, molto: il sentimento di un mondo fatto di pragmatismo e sogni, ma anche un universo femminile complesso e profondamente vero. Milvia Marigliano è straordinaria in quella dolce fierezza che dà a un personaggio ordinario come Ombretta.»
Anna Bandettini, La Repubblica

«Sergio Pierattini è oggi il miglior autore in grado di catturare l’immediatezza e la vivacità del parlato quotidiano. Ne è un esempio il suo ultimo lavoro Ombretta Calco. Ottimamente diretta da Peppino Mazzotta, Milvia Marigliano offre una magistrale prova di sensibilità interpretativa, mantenendosi sempre sottilmente a cavallo tra un’irresistibile vena comica e una nota sottilmente dolente.»
Renato Palazzi, Del Teatro

«Una scrittura precisa quella di Sergio Pierattini cucita su misura per Silvia Marigliano, struggente con lampi di comicità dentro il disegno pulito di Peppino Mazzotta che, complice la bella scenografia di Roberto Crea, sospende in un vuoto beckettiano con albero, la panchina su cui Ombretta, per scherzo del destino, vive i momenti fondamentali della sua esistenza.»
Uno spettacolo pieno di grazia.
Sara Chiappori, La Repubblica

«Straordinaria prova d’attrice di Milvia Marigliano fra una dimessa quotidianità e un altrettanto umile delirio. Uno spettacolo, una regia e un’attrice da vedere, senz’alcun dubbio.»
Enrico Fiore, Controscena

«Uno spettacolo così bello, intenso, suggestivo, intelligente e soprattutto magnificamente interpretato da Milvia Marigliano, messo in scena con mano felice e pudica fantasia da Peppino Mazzotta. […] Sola, su quella panchina sospesa nel vuoto, Milvia Marigliano ha davanti il vuoto di una vita che le è sembrata piena ed era illusione. Sola su quella panchina sospesa, è la piccola eroina di un tempo consumato e di una battaglia non vinta. Ma nemmeno persa, se un briciolo di felicità le rimane nel cuore e nella mente per l’ultimo messaggio, silenzioso e segreto. Con il fiato sospeso la si ascolta, con commozione la si applaude.»
Giulio Baffi, La Repubblica


→ Per ragioni organizzative la replica di domenica 8 aprile è stata annullata.

20/21/22 aprile
L’amore per le cose assenti

scritto e diretto da Luciano Melchionna
con Giandomenico Cupaiuolo e Valeria Panepinto
e con la partecipazione di HER
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro

orari: venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.00

È il giorno del quaranteseiesimo compleanno di Giulia che riceve in regalo da Matteo, il suo secondo marito, la libertà: lui ha organizzato per lei una bellissima festa di compleanno… ma non ha invitato nessuno. Vuole restare solo con la moglie, occhi negli occhi, per dirle addio.
Giulia e Matteo finalmente parlano, dunque, in un confronto vero e sincero non più mediato dai sensi di colpa, sterminati ormai dalla voglia di verità che li anima. E che ci coinvolge, facendoci immedesimare ora nell’uno ora nell’altra, mentre si chiedono che fine abbia fatto la magia del primo incontro, e dove si annidi il preciso momento in cui le convenzioni sociali hanno preso il posto dei sentimenti. Liberi dal peso delle parole mai dette, i due protagonisti approderanno ad una risoluzione spiazzante, per loro. Luciano Melchionna, il creatore di Dignità Autonome di Prostituzione, scrive e dirige quest’originale e impietosa autopsia dei sentimenti: un’indagine sull’amore scandita dalla narrazione di Her, nel ruolo di prologo, epilogo e, forse, di personificazione dell’Amore. Che, forse, esiste.

Note di regia
Prologo: Lei: L’amore rende ridicoli. Lui: Quello è l’innamoramento. Lei: Rende ridicoli all’inizio, sì, ma anche alla fine.”
Oggi Giulia compie quarantasei anni. A parte le rughe da cancellare con ogni trattamento di bellezza possibile, ‘dentro’ non è cambiata molto da quando ne aveva venti: continua a ‘camminare scalza’ in giro per il mondo, come una bimba, e a cercare il principe azzurro che la prenda in braccio.
Anni prima ha vissuto il naufragio del suo primo matrimonio, ricostruendo il primo incontro: “Era successo qualcosa di forte. E ora? Dov’è?” Ha voluto ricostruire la prima meravigliosa serata trascorsa insieme, nei dettagli, per comprendere cos’era successo e come tanto entusiasmo e tanta felicità abbiano potuto, in pochi anni, trasformarsi in una perdita.
Oggi il suo secondo marito ha organizzato per lei una bellissima festa di compleanno… ma non ha invitato nessuno. Vuole restare solo con la moglie, occhi negli occhi, per dirle addio.
È il suo regalo di compleanno: la libertà.
“Lui ‐ Piano piano, subdolamente, hai proiettato davanti ai miei occhi un ologramma cucito su misura dalla brava sartina dell’Amore, un ologramma di me da farmi indossare… e io l’ho indossato, per amor tuo!, e l’ho tenuto a pelle anche se bruciava, o mia Medea, l’ho tenuto addosso soffrendo in silenzio per amore della nostra creatura mentre andavo a fuoco! (…) tutti sappiamo che finisce, e che magari non finisce insieme ma più spesso prima per l’uno e poi per l’altra… eppure tutti, se finisce prima per l’altro, impazziamo, non capiamo, rinfacciamo, recriminiamo e ci disperiamo: che palle! Lei ‐ Ma che vuoi? Mi lasci disperare in pace? Fa parte del pacchetto, no? Ci siamo conosciuti, corteggiati, amati, fidanzati e ora uno dei due si dispera: io! Tocca a me! Non liquidare il mio dolore! Non sminuire la mia atroce sofferenza, per dio! Lasciami attaccare alle tende, smettere di mangiare, invecchiare a vista d’occhio, regredire nell’autostima, vomitare il peggio di me e sperare di morire e rinascere al più presto per sedermi sul fiume ad aspettare di vederti passare trascinato dalla corrente fangosa mentre anneghi!”
Un’esilarante, impietosa, autopsia dei sentimenti.
Un confronto non più mediato dai sensi di colpa… sterminati ormai, implacabilmente, dalla voglia di verità che anima entrambi.
Liberi dal peso delle parole mai dette, i due protagonisti approderanno ad una risoluzione spiazzante, per loro.

Luciano Melchionna

scene Roberto Crea
musiche originali Stag
costumi Milla
assistente alla regia Sara Esposito

4/5/6 maggio
Teresa Sorrentino

di Elvio Porta
con Lalla Esposito
regia Armando Pugliese
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro e Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale

orari: venerdì e sabato ore 21.00; domenica ore 18.00.

Una commedia Teresa Sorrentino di Elvio Porta che è un “virtuosismo” per una sola attrice alle prese con una serie di personaggi che non ci sono. La protagonista vive la sua vigilia di Natale in un mondo visionario, che è la chiave per scoprire il reale percorso emotivo della sua vita.

Note di regia
La realizzazione di questo piccolo-grande lavoro teatrale di Elvio Porta non vuole essere per me un’esibizione registica ma, avvalendomi dell’interpretazione di una delle più brave e più folli interpreti della scena napoletana, Lalla Esposito, con cui spesso ho collaborato, delle musiche di Sergio Esposito e delle scene di Roberto Crea, vorrei rendere omaggio ad un amico ed ad un autore recentemente scomparso che, come tanti, ha dato a Napoli forse più di quanto ha ricevuto.
La nostra collaborazione è di lunga data: dal ‘Masaniello’ del 1974 fino all’ultimo lavoro, scritto ancora assieme, dal titolo ‘Cani’, poco prima che Elvio volasse a miglior vita (almeno spero) e che, prima o poi, riuscirò a realizzare.
Armando Pugliese

Abbonarsi conviene!

Prezzi degli spettacoli

Eternapoli, Ombretta Calco, L’amore per le cose assenti, Teresa Sorrentino:
15€ INTERO
10€ RIDOTTO UNDER 30

Spoglia-toy:
20€ INTERO / 15€ RIDOTTO UNDER 30