Spezzata. Rapsodia

con Mariangela Granelli
drammaturgia Fabio Pisano
regia Livia Gionfrida

produzione
Ente Teatro Cronaca
TAN – Teatro Associati di Napoli
Bottega degli Apocrifi

Vincitore del premio nuovesensibilità 2.0 per la drammaturgia, anno 2022.
Selezione nella sezione “Letture” per Hystrio Festival 2022,
Teatro Elfo Puccini di Milano.
Pubblicazione per il Piccolo Teatro di Milano all’interno della raccolta
“Abecedario per il mondo nuovo” edita da Il Saggiatore
Pubblicazione sulla rivista Hystrio, trimestrale di teatro e spettacolo, numero 1/24

in via di definizione

in via di definizione

Silenzio. L’unica risposta possibile per Lisa Montgomery al male che le viene inferto: le violenze dei genitori prima, la condanna a morte dopo. Una vita di brutalità di ogni genere quella della donna ‘più spezzata del mondo’, culminata con un omicidio efferato: le uniche parole di affetto mai ricevute sono quelle con cui le è stata comunicata la pena capitale.

Note di regia

Spezzata. Rapsodia (per intercessione del silenzio) racconta dell’ultimo silenzio prima del lungo addio.
Ultimo silenzio, come ultima è sembrata essere Lisa Montgomery, una pazza assassina ma prima di tutto una bambina martoriata da una madre e un patrigno che hanno mutato la sua luce, forse insegnandole che nella vita esiste solo il male.
Lisa ha commesso un omicidio brutale, a Lisa è sempre stato imposto il silenzio, dopo stupri, violenze, angherie d’ogni genere in quella roulotte che si stenta a credere, potesse contenere tutto quel male.
Lisa è stata condannata a morte, mediante una lettera recapitatale dal Dipartimento di Giustizia dello stato dell’Indiana, negli USA. In quella lettera, Lisa è stata definita “cara”, ed è stata salutata con “cordialmente”; le uniche due parole d’affetto forse, che abbia mai letto o sentito.
Il pool di psicologi che si è occupato del caso, ha invocato a più riprese la grazia per una donna definita come “la più spezzata del mondo”, ma il presidente Trump non ha accolto l’istanza.
Il giorno dell’iniezione letale, il boia ha chiesto a Lisa se prima di morire, avesse qualcosa da dichiarare ma Lisa, abituata al silenzio, abituata a star zitta, ha risposto semplicemente no.
Il ritmo è sincopato, non lineare, dal taglio (che può sembrare) onirico che restituisce una peculiare plasticità al dolore e alla follia di questa donna; nel tentativo di comunicare ma nell’impossibilità di farlo fino in fondo, nella tensione per il dire e al contempo nel rinnovarsi del continuo smacco di una parola che si inceppa il linguaggio si fa, in questo modo, interrogazione, visione febbrile, rivelatoria allucinazione, in alcuni tratti rituale esorcistico.

Fabio Pisano