di Fortunato Calvino
con Imma Piro, Guglielmo Guidi, Biagio Forestieri, Roberta Serrano
scene Renato Lori
costumi Annamaria Morelli
musiche Antonio Di Pofi
voce solista Stefano Ariota
regia Franco Però
produzione Ente Teatro Cronaca
anno di produzione 2005
Frammenti di vite presi a caso, e messi là, a dividere, per qualche giorno o per qualche ora, una stanza. Nessuna volontà di analizzare, nessuna intenzione di scoprire qualcosa di nuovo nei rapporti tra questi personaggi: perchè di nuovo in un quartiere di Napoli, come in una periferia qualsiasi di tante grandi città in cui viviamo, non c’è nulla; se non forse l’aumento costante delle nostre solitudini.
In verità, nessuno dei quattro personaggi della pièce- prostituta, avvocato, malavitoso, ragazzina-parla veramente all’altro. Tranne in alcuni momenti i due adulti, vecchi di vita. Ma poi ognuno resta chiuso nel proprio soliloquio (“mondo” è una parola troppo impegnativa per definire quegli ultimi balbettii). Sembrano anime in un continuo vagare, sperando che questo inutile moto non avrà mai fine. Come su quel letto non si fa mai l’amore, così in quel movimento continuo non c’è mai vita; se non, talvolta, la nostalgia di una vita da essi mai vissuta.