Era mio padre
Una mattina un uomo scopre suo padre morto sul divano. Azioni e suoni innescano i ricordi di un ragazzo diventato adulto contro la sua volontà. Solo elaborando il lutto e riorganizzando una nuova vita, riuscirà a vivere la propria condizione. Attorno a lui, uomini e donne di età varie incarnano quel padre a cui dire ciò che non si è detto.
Lo spettacolo
Un percorso ispirato alla figura paterna ed al rapporto padre/figlio. Costruito attraverso tappe emozionali ed evocative secondo le linee del linguaggio poetico del performer napoletano, Era mio padre vede in scena Palumbo accompagnato da un gruppo di presenze condizionanti, oggetti significanti, azioni poetiche, evocazioni sonore e musicali, impegnato in una ricerca corporea di inquietante ritmicità per ripercorrere le tappe di formazione che accompagnano l’uomo fin dalla nascita verso la costruzione del rapporto con la figura paterna, l’accettazione della morte e l’affermazione del valore vitale della memoria.
Frutto di un laboratorio intensivo per la costruzione di una drammaturgia visiva in dialogo con musiche arcaiche, classiche e contemporanee, basate su suoni e vocalizzi, che si innescano con azioni fisiche, processi mnemonici, ricordi ed emozioni, il progetto intende creare con i fruitori-spettatori una sinergia ed un incontro intellettuale e poetico con l’autore-attore nella costruzione di una possibile drammaturgia della memoria che lega le figure padre-figlio.
Note di regia
Uno spazio sospeso tra realtà e immaginazione che ospita le esigenze e i desideri di un figlio che una mattina scopre il padre morto sul divano.
Azioni, suoni, vocalizzi e musiche classiche innescheranno i ricordi di un ragazzo diventato uomo, padre e marito contro la sua volontà ma che riesce, alla fine, a vivere la propria condizione, riscattandosi dal dolore, elaborando il lutto e riorganizzando una nuova vita.
L’intento è quello di esprimere a livello individuale e poi collettivo, esigenze, desideri ma anche rimpianti e disadattamenti.
Una drammaturgia visiva in dialogo con un mondo parallelo, fatto di immaginazioni, visioni, sogni e desideri. Quadri corporei che creeranno con i fruitori-spettatori una sinergia tale da trasportarli idealmente nell’opera insieme agli autori-attori. In scena, uomini di varie età che diventeranno quel padre a cui dire ciò che non si è detto.
Mauro Maurizio Palumbo
L’autore
Mauro Maurizio Palumbo. Performer, vive e lavora tra Napoli e Roma. Dopo gli studi in Archeologia e Storia delle arti, si diploma in Didattica dell’arte e, successivamente, in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove attualmente è docente. Si specializza in Psicopedagogia e consegue studi di Alta Formazione sulle arti performative, sulle Teorie e tecniche di Drammaturgia e di messinscena, scrittura, dizione e public speaking. Attualmente è ricercatore presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
La sua ricerca artistica nasce nel 1999 dallo studio del disegno e della pittura classica accademica e, attraverso la sperimentazione dei vari linguaggi, approda nel 2010 alla performance art. Le sue azioni performative riguardano lo studio del corpo e la comunicazione non verbale, e vengono create site specific per i luoghi che le ospitano.