L’ala destra del Dio di cuoio
di Sara Bilotti e Luciano Melchionna
con Veronica D’Elia e Sara Esposito
costumi Milla
musiche Marco Guazzone
suggestioni fotografiche Fabio Schiattarella
regia Luciano Melchionna
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con SportOpera nell’ambito del Campania Teatro Festival 2021
Dopo il successo di Spoglia-toy, Luciano Melchionna torna a “giocare” il gioco più bello del mondo con omaggio a Pier Paolo Pasolini e al suo amato gioco del calcio. Un calcio fatto di porte costruite nel fango e maglioni arrotolati ai paletti, che somiglia molto a una religione con un Dio che corre tra noi, sudato come noi, abile e incapace come noi, gioioso e disperato come noi.
Note di regia
Il calcio secondo Pasolini è il calcio delle porte costruite nel fango, con i pezzi di legno e i maglioni arrotolati sui paletti, ma è anche un luogo sacro della mente e del corpo, nel quale la poesia e la speranza coincidono e si rivelano in un dio sudato che corre sul campo, abile e al contempo incapace, gioioso e ciononostante disperato.
È il calcio di Amedeo Biavati, ala destra del Bologna ‘d’oro’, campione del mondo nel 1938 e poeta del doppio passo, che Pasolini cerca nella scrittura, nelle parole, nella poesia…e nel tempo.
L’Ala destra del Dio di cuoio è un passo a due, in cui si mescolano e si intrecciano due figure, due voci, due vite, unite in un sogno di ricerca del momento assoluto, incuranti del prezzo che poi si pagherà.
È il racconto visionario e poetico di due anime in gioco, e sul piatto il senso delle cose e quello che noi ce ne facciamo.
Luciano Melchionna
Genesi dello spettacolo
Il primo battito di questo spettacolo ha preso forma da un mio precedente lavoro, Spoglia-Toy, che ha debuttato al Napoli Teatro Festival Italia nel 2017 e nel quale ho voluto immaginare il dietro le quinte del calcio, lo spogliatoio, per rappresentare la trasformazione e l’evoluzione – o l’involuzione – dello sport più amato nel nostro Paese e che del nostro Paese si fa specchio e desiderio.
Volevo allora raccontare la perdita di quella primigenia componente di freschezza e di onestà in cui l’atto del gioco era atto di buttarsi nella vita e competere portando fuori il meglio di se stessi, condividendo gioie e dolori insieme ai compagni. Ho affidato allora alle parole di Pier Paolo Pasolini la visione di un universo di significati a cui il calcio resta intimamente legato.
Da qui prende forma L’ala destra del Dio di cuoio, figlio di uno studio matto e disperatissimo sulla figura di Pasolini, su ciò che ha rappresentato e rappresenta nella nostra società, e sul suo amore incondizionato e crudele per la vita, per la poesia, per il teatro e per il calcio, quel gioco puro inseguito da gambe sporche su campi di fango o danzato con maestria da eroi dai piedi piatti, come Amedeo Biavati, l’unico mito di Pasolini, l’unico essere umano a cui Pasolini abbia mai chiesto un autografo.
Luciano Melchionna
foto Ivan Nocera | Ag. Cubo | Campania Teatro Festival 2021