Miseria e nobiltà
di Eduardo Scarpetta
adattamento a cura di Lello Arena e Luciano Melchionna
con Massimo De Matteo
e con in o/a Raffaele Ausiello, Chiara Baffi, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Renato De Simone, Valentina Elia, Alessandro Freschi, Luciano Giugliano, Irene Grasso, Raffaele Milite, Fabio Rossi, Ingrid Sansone
regia Luciano Melchionna
ideazione scenica Luciano Melchionna
scene Roberto Crea
costumi Milla
musiche Stag
assistente alla regia Francesca Pelella
produzione Ente Teatro Cronaca e Sgat Napoli

La più celebre delle commedie del grande Scarpetta ritorna in scena firmata da Luciano Melchionna che l’affida ai tempi comici di Massimo De Matteo e dei suoi compagni di avventura. Un irresistibile meccanismo che supera gli anni proponendoci ancora nuove imperdibili invenzioni.
Lo spettacolo
La celebre e divertente commedia di Eduardo Scarpetta nell’audace allestimento diretto da Luciano Melchionna, con Massimo De Matteo nei panni di Felice Sciosciammocca. Gran ciambellano della sperimentazione artistica contemporanea, Melchionna accetta la sfida di mettere in scena una commedia tradizionale che occupa un posto di rilievo nell’immaginario collettivo. A sedici anni dalla creazione di Dignità Autonome di Prostituzione – pietra miliare della sua carriera che ha rivoluzionato i canoni teatrali – e dopo numerosi successi nel teatro di prosa, Melchionna accoglie la commedia di Scarpetta, con la sua storia, i suoi miti e il suo immaginario, trasformandola in un sorprendente trattato apocalittico del nuovo millennio.
Pur rispettando i cardini della trama e i personaggi principali, nonché il tono della commedia, che affronta temi sociali importanti mantenendo un irresistibile divertimento, la versione di Miseria e Nobiltà firmata da Luciano Melchionna crea un percorso visivo ed emozionale unico, dove le risate si fondono con profonde emozioni.
Note di regia
Miseria e nobiltà. Miseria o nobiltà? Una cosa è certa, l’una non esisterebbe senza l’altra, così come il palazzo signorile, affrescato e assolato, non starebbe in piedi senza le sue fondamenta buie, umide e scrostate. Un perfetto ecosistema: senza un solo elemento, crolla l’intera ‘architettura’.
In uno scantinato/discarica, mai finito e mai decorato, dove si nascondono istinti e rifiuti, tra le ceneri della miseria proliferano e lottano per la sopravvivenza ‘ratti’ che presto, travestiti da ‘cani o gatti’, sgomiteranno per salire alla luce del sole. Sono personaggi che trascinano i propri corpi come fantasmi affamati di cibo e di vita. ‘Ombre si dice siano, queste maschere, ombre potenti’ in bilico tra la miseria del presente e la nobiltà della tradizione, intesa come monito di qualità e giusto equilibrio. In un pianeta dove i ricchi sono sempre più ricchi, grazie ai poveri che sono sempre più poveri, non ci resta che… ridere. E qui Massimo De Matteo giunge perfetto erede di quella maschera tra le maschere che appartenne a Eduardo e ai suoi epigoni. Ancora oggi, tra commedia dell’arte e tragicomica attualità, i personaggi di Scarpetta, privi di approfondimento psicologico, vivono e scatenano il buonumore e le mille possibili riflessioni che l’affresco satirico di un’intera umanità può suggerire.
Un’opera comica, dunque, per anime compatibili con la risata, in attesa del miracolo. ‘E cos’è il teatro se non il luogo dove il miracolo può manifestarsi?’ Tutto vive di nuovo e chissà che il sogno presto diventi realtà. Intanto, signore e signori, godiamoci le gesta goffe ed esilaranti di chi inciampa tra ‘miseria e…miseria’.
Luciano Melchionna
foto di scena Anna Abet | la foto di Massimo De Matteo è di Alfredo Toriello